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Girovagando a Venezia in tempo di Biennale: Carsten Hollen a Palazzo Diedo

In occasione della 60 Biennale ha aperto a Venezia un altro importante centro di arte contemporanea come polo culturale della Berggruen Art&Culture, fortemente voluto dal suo fondatore Nicolas Berggruen che nel 2022 ha acquistato la proprietà di Palazzo Diedo a Cannaregio. Opera settecentesca dell’architetto Andrea Tirali, l’imponente palazzo è stato  oggetto di un accurato restauro, che ha messo in luce la bellezza degli affreschi e la struttura dell’edificio. 



Il 20 aprile il palazzo è stato aperto al pubblico con l’esposizione Janus. A cura di Mario Codognato e Adriana Rispoli, la mostra accoglie le opere di undici artisti che hanno creato per l’occasione undici installazioni site specific originali ideati da Urs Fischer, Piero Golia, Ibrahim Mahama, Sterling Ruby (che già aveva realizzato nel 2022 un intervento sulla facciata del palazzo intitolato HEX), Jim Shaw, Hiroshi Sugimoto, Aya Takano, Lee Ufan, Liu Wei, Mariko Mori (che ha appena inaugurato la sua meravigliosa e poetica installazione Peace Crystal nel giardino sul Canal Grande di Palazzo Corner della Ca’ Granda e il cui progetto è  esposto al primo piano di Palazzo Diedo) e Carsten Hollen.


Omen, 2024, Urs Fischer

La missione del filantropo francese è quella di avere nel palazzo gli studi d’artista e una collezione di opere contemporanee commissionate via via agli artisti e fatte per lo spazio di palazzo Diedo.
La scala elicoidale costruita da Carsten Hollen all’interno del palazzo rientra perfettamente in questa ottica. Doubt Staircase è il titolo di questa scala aperta in occasione di Art Night, una scala a chiocciola funzionale che collega i piani nobili del palazzo, rimasto incompiuto nel ‘700 dopo la morte del proprietario e dell’architetto Tirali. Mancava dunque la scala. Perché non farla fare a un artista del calibro di Carsten Hollen, famoso per i suoi scivoli asimmetrici, le giostre sghembe e interventi strutturali speciali e particolari? Ecco allora una scala a chiocciola con un’inclinazione di 5 gradi, in teoria un’inezia, che provoca nel fruitore un senso di spaesamento, incertezza e disequilibrio, sensazioni tipiche per chi è avezzo all’uso delle opere di Hollen.


Esempi di scale a chiocciola a Venezia non ce ne sono molti, ma la più famosa in assoluto è la monumentale scala Contarini del Bovolo, capolavoro assoluto del primo rinascimento, o le quasi nascoste scale di Palladio alle Gallerie dell’Accademia o quella a Palazzo Grimani.
Dov’è allora il dubbio nella scala di Palazzo Diedo?  La scala sembra (è) perfetta, ma è inclinata, ha una linea inusuale, è insomma tutta storta, come d’altronde Venezia, che è tutta storta, una linea continua e spezzata che si riflette, perfetta, nella sua immensa imperfezione.