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I bambini salveranno il Natale a Venezia?

Un racconto per Natale...

Perplessità a Venezia

Babbo Natale era perplesso…
Si era travestito per bene in modo da non essere riconosciuto: al posto del solito vestito rosso bordato di pelliccia bianca aveva indossato un elegante completo blu scuro sotto ad un giaccone grigio imbottito… certo, il cappuccio aveva il pelo bianco lungo il bordo, e per fortuna, poiché quel giorno nevicava pure.
La neve a Venezia… una rarità, a dir il vero. Forse quel giorno scendeva copiosa proprio in suo onore, pensò il vegliardo.
Il punto però era un altro: temeva di essere assalito da orde di bambini e di adulti, del resto tutti conoscono San Nicola in città. E invece non c’era nessuno. Venezia era deserta. Non si vedeva neppure un turista, ma nemmeno si notavano Veneziani in giro per le calli. Molti negozi erano chiusi.


Eppure la città brillava tutta di splendide luminarie: Babbo non ricordava di averne mai viste di così sfavillanti. La Piazza di San Marco era un tripudio d’oro alle finestre degli edifici e sotto gli archi, e il bagliore delle luci si rifletteva sulla pavimentazione in trachite, creando un’atmosfera calda e rassicurante. Anche la piazzetta risplendeva dell’oro di un insolito albero di Natale. Tutta questa luce significava certo che gli abitanti si preparavano a celebrare le Feste… Ma allora dov’erano tutti?
Babbo Natale rifletté. Gli erano giunte voci, lì al Polo Nord, sul fatto che tutto il mondo stesse attraversando un brutto periodo a causa di un virus insidioso. “È una pandemia, Nick”, gli avevano detto gli elfi.


Passeggiando desolato per le calli ed i campi di Venezia si rendeva adesso conto della gravità della situazione.
Fu assalito da un’incontenibile tristezza, un sentimento che aveva provato solo poche volte nella sua lunghissima vita.
Venezia sembrava il fantasma di se stessa…
Fu distolto dai suoi pensieri dalla voce di un bambino: “Mamma, nella mia letterina ho chiesto a Babbo Natale di portarmi delle costruzioni colorate. Secondo te me le porterà?”.
“Io invece gli ho chiesto il laboratorio dei profumi”, gli fece eco la sorellina, “mentre la mia amica Lucia vorrebbe tanto ricevere un libro sulle stelle e sui pianeti… Sai, è appassionata di astronomia!”.
“Marco, Gaia, Babbo Natale cercherà di esaudire i vostri desideri, ma non può mica garantire tutti i doni che chiedete! Siate gentili ed accettate di buon grado ciò che riuscirà a portarvi”, aggiunse la loro mamma.
“Mamma, durante le feste di Natale mi porti a visitare ancora Ca’ Rezzonico? È il mio luogo preferito! Mi piacciono soprattutto i dipinti sui soffitti, con tutte quelle figure svolazzanti!”.
“Intendi gli affreschi del Tiepolo, Gaia?”.
“Sì, il Tiepolo! Giusto! Ti ricordi il tramonto dell’altra sera? Sembrava di stare dentro uno dei suoi affreschi!”
“Io però al museo non ci vengo! A meno che non ci siano i dinosauri!”, replicò Marco.
“Beh, un museo con un dinosauro ci sarebbe, è il Museo di Storia Naturale… purtroppo però, amori miei, tutti i musei sono chiusi, ricordate? Questo virus ha stravolto un po’ la vita di tutti!”.
“Oh, peccato!”, dissero in coro i due fratellini. “Allora speriamo che arrivi Babbo a salvare in qualche modo il nostro Natale!”, sospirò Gaia.
Babbo Natale era ancora più perplesso di prima. Era giunto a Venezia proprio per cercare di scoprire la ragione di un fatto oltremodo strano: non gli era giunta nemmeno una letterina da Venezia. Nessuna. Zero. Perché?
Il dialogo dei due fratellini gli aveva invece fatto capire che qualche bimbo aveva inviato la lettera…
Cos’era dunque successo? Dov’erano finite tutte le letterine?
Il mistero si faceva più fitto.

Nicholas e Niccolò

Mentre rimuginava tra sé e sé, si sentì chiamare.
“Signore con la giacca grigia! Ehi! Ha perso questo!”.
Si voltò e vide un ragazzino tutto imbacuccato che gli stava porgendo qualcosa. Accidenti! Ma era il sonaglio con cui lui chiamava le sue renne! Gli era evidentemente scivolato fuori dalla tasca.
“Grazie, grazie mille!”, disse Babbo Natale.
“Ehi, ma io ti conosco! Tu… tu… ma tu sei…”.
“Shhh, per favore non mi tradire! Sono qui in incognito!”
Inco che?”, chiese incredulo il bambino.
“Insomma, non voglio che mi scoprano!”.
“Capisco! Sai io mi chiamo come te, Niccolò!”, disse il bimbo sfoderando il suo sorriso più luminoso. “Ma perché sei qui a passeggio?”.
“Se mi prometti di mantenere il segreto,” disse Babbo Natale, “ti spiegherò il motivo della mia visita”.
“Certo che mantengo il segreto!”.
“Prima una domanda, Niccolò: tu mi hai scritto una letterina?”.
“Certo, che domande!”.
“Ebbene, quest’anno da Venezia io non ho ricevuto nessuna lettera da parte di alcun bambino. Trovando il fatto alquanto insolito, ho deciso di fare un salto fin qua per capire cosa sia successo”.
“Ma come? Significa che nessuno di noi riceverà i doni per Natale?”.
“Eh, Niccolò, cosa ti posso dire? Se ricevo le vostre lettere ho almeno un’idea di cosa vi possa piacere e mi preparo per tempo! Tuttavia il mio timore era che tutti i bambini fossero spariti da Venezia! Invece mi sa che sono sparite solo le lettere.”.
“Solo?”, gli fece eco Niccolò. “Ma è una tragedia! E adesso che si fa?”.
“Mmm, lasciami pensare…”.


Il mistero delle lettere scomparse

Babbo Natale estrasse da una tasca interna del giaccone un fischietto e vi soffiò dentro. Non si udì alcun suono, ma in men che non si dica apparve da dietro la Basilica di San Marco un bambino vestito tutto di un verde-azzurrognolo, con un cappello rosso a punta e… con la barba!


Caspita! Quel bimbo aveva una lunga barba bianca!
“E non guardarmi così, con la bocca spalancata!”, disse lo strano bimbo a Niccolò. “Non sono un bambino. Sono uno gnomo! Non hai mai visto uno gnomo in vita tua?”.
“Snak, piantala”, gli intimò Babbo. “Piuttosto ascolta bene questo incarico che sto per darti: devi scoprire che fine abbiano fatto le letterine che i bambini di Venezia mi hanno scritto. Sono sparite tutte!”.
Snak divenne verde, viola, arancione in volto.
“Ehm… veramente… io…”.
“Snak, cosa mi nascondi?”, tuonò Babbo Natale (“Accidenti”, pensò Niccolò. “Sto Babbo è un tipo molto deciso!”).
“Insomma, Nick, era solo uno scherzo…”
“Che cosa? Tu sei implicato nella faccenda?”.
“Nick, ascolta, non te la prendere… è stata tutta un’idea del folletto Grunt…”
“Grunt! Ancora lui! Sempre lui! Ma quando metterà la testa a posto?”, si rattristò Babbo Natale.
“Lascia che ti spieghi… Grunt ha rubato tutte le lettere con l’intento di nasconderle in un posto segreto. Voleva prendersi gioco dei bambini di questa città è un po’ anche di te. Sì, so che era una cattiveria, ma fammi finire… dunque, Grunt si è segnato il percorso dalla posta, quella laggiù in fondo alla Piazza, fino al nascondiglio. Ma se l’è segnato in un modo tutto suo, con indovinelli e rompicapi, così da essere sicuro che nessuno avrebbe potuto ripercorrere i suoi passi. Io di sicuro non sarei in grado. Però sai cosa ho fatto? Senza farmi notare, ho fotografato i suoi fogli ed alcuni monumenti lungo il percorso. Ecco”, e Snak porse a Babbo Natale una serie di fogli con disegni, cruciverba e quant’altro.
“Ma perché non me l’hai detto subito?”, chiese incredulo Babbo Nick.
“Devi sapere che giunti nei pressi del suo nascondiglio, il sacco gli è caduto, e né lui né io siamo più riusciti a sollevarlo! Siamo andati a chiamare rinforzi, ma quando siamo tornati il sacco non c’era più. Ho pensato che qualche addetto delle poste l’avesse trovato e che pertanto le letterine sarebbero state spedite, in barba a Grunt”.
“Ma Grunt non ha la barba”, disse pensoso Babbo.
“Nick, è un modo di dire!”.
Babbo Natale osservò per qualche minuto le carte che Snak gli aveva porto… non ci capiva nulla.
“Ehm… Signore? Nicholas? Sì insomma tu…”, improvvisamente intervenne Niccolò.
“Che c’è Niccolò?”.
“Ho dato un occhio a quelle carte… ci sono dei cruciverba… io sono un genio coi cruciverba. Però con gli indovinelli non me la cavo granché bene, e nemmeno con i puzzle, sono noiosi…”.
“Vuoi dire che sei in grado di decifrare i rompicapi di Grunt?”, chiesero in coro speranzosi Nick e Snack.
“Beh, non tutti… magari mi servirebbe l’aiuto di qualche mio amico…”
“E allora vai, Niccolò! Chiama i tuoi amici e cerchiamo queste lettere!”
“Ok li vado a chiamare. Però, sì… insomma… voi due… sarebbe meglio che non vi faceste vedere… Signor Snak, lei sembra proprio un bambino con la barba, e sarebbe difficile spiegare la sua presenza. E tu, Signor Nick… credi che i miei amici non ti riconoscerebbero? Sei fortunato che a causa di questa pandemia non c’è nessuno in giro, altrimenti già tutti ti starebbero addosso…”.
“Hai ragione Niccolò. Allora vai! Noi ti seguiremo di nascosto”, disse Babbo. “Quest’anno saranno i bambini a salvare il Natale a Venezia!”.


E voi che dite? Riusciranno Niccolò e i suoi amici a ritrovare la letterine? Scriveteci all’indirizzo info@guidedtoursinvenice.com e ve lo sveleremo! Ciao!