La Venezia del 1700...
Durante una
visita guidata di Ca’ Rezzonico, museo del ‘700 veneziano, ci troviamo immersi in ambienti che ci raccontano di un
mondo libertino, fastoso, di opulenza e spensieratezza, ma anche di severe critiche sociali, dell’
ultimo secolo della repubblica di Venezia.
Ca' Rezzonico lungo Canal Grande, Venezia
Fra i tanti capolavori che questo meraviglioso palazzo lungo Canal Grande conserva, un dipinto in particolare è emblematico di quel controverso periodo: '
Il Ridotto' del celebre pittore
Francesco Guardi.
'Il ridotto di San Moisè', Francesco Guardi, 1746, Ca' Rezzonico, Venezia
Il Ridotto di San Moisè
Poiché il
gioco d’azzardo era per legge illegale, il Ridotto di San Moisè, aperto nel
1638, era l’unico ad essere considerato legittimo, ed era
gestito dallo stato.
Rimaneva aperto nel periodo di carnevale a partire
dal 26 dicembre fino al mercoledì delle Ceneri. Vi si poteva entrare solo se
mascherati; gli unici esentati da questo obbligo erano gli
addetti ai banchi da gioco, stipendiati dal governo. Si trattava di solito di nobili impoveriti o appartenenti alle famiglie meno ricche, chiamati
Barnabotti (nome che derivava dalla parrocchia di san Barnaba).
Questa casa da gioco richiamava tutti,
veneziani e foresti, nobili e gente comune, ricchi e poveri. Fu quindi quasi naturale che in tale ambiente iniziassero a diffondersi attività moralmente discutibili, come la
prostituzione e l’usura. Proprio per questo, la magistratura più temibile della Serenissima,
il Consiglio dei X, nel
1774 decretò la chiusura di tale Ridotto, in quanto considerato luogo di perdizione e contro la moralità.
Il dipinto
Il Guardi dipinge
la sala grande del Ridotto e vi si percepisce subito, ad un primo sguardo,
la vivacità, il chiacchericcio e la frenesia del gioco.
Le
baute e le morette erano i due tipi di maschere indossate più frequentemente in queste occasioni: la
bauta, con la maschera bianca incastrata nel tricorno nero, era portata sia dagli uomini che dalle donne; la
moretta, tutta nera, solo dalle donne.
Le baute
Le morette
Colpisce la raffinata decorazione delle pareti a
cuoridoro, oggi non più visibile. I
lampadari stessi non sono di vetro di Murano e sembrano riprendere lo stile di quelli della sala da ballo di Ca’ Rezzonico, in legno e metalli dorati.
Lampadario, dettaglio
Molta vivacità ai banchi da gioco: carte e denari. Sulla sinistra un
nobile mascherato chiede prestiti al croupier con il volto scoperto.
Il banco dei prestiti
Anche un
cagnolino contribuisce a rendere la scena più esuberante.
Il cagnolino
Possiamo riconoscere lo status dei singoli personaggi, semplicemente osservando i loro vestiti. Il ridotto non era frequentato solo da nobili, ma anche da
popolani che magari cercavano di fare fortuna. L’attenzione cade anche sulla
figura femminile vestita di bianco con un fuso in mano, attributo distintivo delle
prostitute, vicino ad un Barnabotto che sembra dare una chiave del suo mazzo ad un altro:
si sono accordati per un incontro amoroso?
La prostituta
Tanti altri sono i piccoli dettagli che l’artista dipinge in questa tela: i bellissimi costumi, le fibbie delle scarpe, i veli trasparenti, una seconda sala da gioco…
La scena si svolge in una
atmosfera dorata, calda e gioiosa, quell’
ebbrezza, anche incosciente, che rese il Ridotto famoso anche all’estero tanto da divenire una tappa del
Grand Tour. Noi vi aspettiamo per una visita guidata di Ca’ Rezzonico, per
ammirare questo stupendo museo del ‘700 veneziano. Ciao!
Contatti:
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