Si avvicina la Festa del Redentore, una celebrazione a cui i veneziani non rinuncerebbero per tutto l’oro del mondo.
A parte la processione sul ponte di barche e il ricordo mai dimenticato della peste, il Redentore è, e resta, una delle feste popolari più belle e sentite, una festa di appartenenza, comunità, condivisione e magia.
Preparativi in Giudecca
Chi ha la fortuna di avere una imbarcazione, inizia settimane prima i preparativi per addobbarla.
La tradizione vuole che si usino fresche frasche e palloncini colorati, di carta, illuminati con le candele. Quante volte i palloncini non si aprivano, la candela non entrava, il vento spegneva la fiamma… Questo non ha mai impedito di gioire comunque!
Redentore 2018 (da Terrazza Hotel Danieli)
Chi non possiede barche, cerca di accordarsi con amici, parenti, per aggregarsi alla compagnia o per affittare i tipici burchi, che di solito si usano per il trasporto di merci, barche grandi e capienti dove si può imbandire la tavola all’interno, porvi le sedie o le panche e stivare i cibi, le angurie, le bibite in cambusa. La serata e la notte della festa sono lunghe!
Un’altra possibilità è quella di organizzarsi con gli amici affittando dei posti in una delle lunghe tavolate che si preparano sulla riva della Giudecca. Mentre i turisti si stipano tutti in Piazza San Marco, i Veneziani si affollano sulle rive della Giudecca o in Punta della Dogana e alle Zattere.
Tavolate lungo la riva della Giudecca
Tavolate lungo la riva della Giudecca
Già nel XVI secolo, subito dopo la fine della peste bubbonica e la costruzione del capolavoro palladiano della Chiesa del Redentore, il popolo festante era uso trascorrere la serata e poi anche la vigilia sulle rive della Giudecca, rischiarata dalle torce e dai palloncini illuminati. E si sa, dove ci sono gruppi di persone c’è anche chi prepara da mangiare. Di conseguenza sulle rive sorsero cucine ambulanti per quelli che volevano trovare cibo e bevande nell’attesa delle celebrazioni. Anche per chi arrivava nelle barche addobbate per la festa c’era la possibilità di trovare i cibi tipici da acquistare sul luogo.
Carlo Grubacs, (1801-1864), Veduta di Venezia durante la Festa del Redentore, 1840 ca.
Ma cosa non deve mancare nelle barche e sulle rive la sera del Redentore?
Di sicuro la pasta e fasioi, rigorosamente fredda, le sarde in saor (sarde in carpione), preparate giorni prima per farle insaporire nel loro “sapore”, il saor, di cipolla e aceto, ibigoli in salsa, preparati con un sugo di cipolle e acciughe e anch’essi mangiati freddi (tenere cibi caldi in barca è un’impresa!), i bovoleti (lumachine) da succhiare golosamente e, per chi davvero vuole mettersi d’impegno, c’è pure l’anatra ripiena. L’anguria non può proprio mancare e per finire vino a volontà!
Preparativi in Giudecca
Ecco alcune ricette.
Già Goldoni, fonte inesauribile di racconti di vita popolare veneziana, racconta le sardine con la cipolla nella commedia ‘Le donne de casa soa’:
Grillo, sentì, fio mio, tolè la sporteletta;
Voggio che andè da bravo a farme una spesetta.
In pescaria ghe xe del pesce in quantità;
M'ha dito siora Catte, che i lo dà a bon marcà.
Un poche de sardelle vorria mandar a tor,
Per cusinarle subito, e metterle in saor.
Ricetta delle sarde in saor:
- sardine e cipolle in genere il doppio del peso del pesce es 1kg sarde 2 kg cipolle
- pinoli 100gr
- uvetta sultanina 100gr
- sale
- aceto 50cc
- farina
- olio per friggere
Pulire, squamare e togliere la testa alle sarde, infarinarle e friggerle. Metterle a scolare su carta assorbente.
Nel frattempo affettare fini le cipolle, salarle e farle imbiondire, cucinare finché diventano morbide e aggiungere l’aceto da sfumare. Aggiungere pinoli e uvetta (questo è il tocco d’Oriente che è presente in molti dei piatti veneziani).
Disporre le sarde in una pirofila e alternarle con le cipolle fino a esaurire gli ingredienti. Coprire e tenere in frigo per almeno 3/4 giorni.
Sarde in saor
Bovoleti
- bovoleti
- olio
- aglio
- prezzemolo
Lasciare i bovoleti a spurgare, lavarli più volte, metterli in una pentola coperti di acqua senza sale e metterli a fuoco basso, così escono dal guscio col calore dell’acqua. Appena prima che l’acqua bolla, mettere il sale e alzare la fiamma, toglierli subito dal fuoco, scolarli e condirli con abbondante olio, aglio e prezzemolo e continuare a mescolare per farli insaporire (mescolare i bovoleti era un compito di noi bambini).
Bovoleti
Bigoli in salsa
- acciughe sott’olio
- olio
- cipolle
- bigoli
Dissalare e diliscare le acciughe. Affettare le cipolle (tante) e farle rosolare e cucinare finché quasi si spappolano. Aggiungere le acciughe e farle sciogliere nelle cipolle.
Condire i bigoli con questo sughetto divino.
Bigoli in salsa
Vi è venuta l’acquolina in bocca?
A noi sì, e già stiamo preparando queste prelibatezze.
Vi aspettiamo a Venezia per la Festa del Redentore, ciao!
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