Capolavori lignei...
Visitando la
Scuola Grande di San Rocco tutti rimangono colpiti, a ragione, dalla decorazione pittorica di uno dei grandi maestri del Rinascimento,
Jacopo Tintoretto.
Tuttavia, dopo aver spiegato le sue opere sia nella
sala dell’Albergo che in quella, la più maestosa,
Capitolare, non possiamo non soffermarci ad illustrare anche le meravigliose
sculture lignee di Francesco Pianta che impreziosiscono in modo eccellente le pareti della sala.
Francesco Pianta
Poco sappiamo di questo scultore, da alcuni definito
visionario. Si sa che nacque a
Venezia nel 1634 nella parrocchia di San Samuele e morì nel
1692. La sua era una famiglia di
intagliatori (lo erano il padre, i nonni e gli zii), lui stesso nel 1655 si iscrisse autonomamente all’
Arte degli Intagliadori, divenendone, in periodi differenti, il gastaldo. Fu consacrato a quei tempi al successo con le sue opere alla Scuola Grande, ma successivamente cadde nell’oblio. Fortunatamente dopo studi approfonditi e dovute rivalutazioni è oggi considerato
un artista fondamentale per lo sviluppo dello stile barocco veneziano.
Francesco Pianta nella Scuola Grande di San Rocco
Dal 1
657 al 1675 Francesco decora le pareti della sala Capitolare con
dossali e statue in legno di noce. Il maestro dell’intaglio ligneo concepisce, basandosi sull’
Iconologia del Ripa, delle figure
originali, bizzarre, talvolta di difficile interpretazione e davvero intriganti: proprio in questo sta la sua grande maestria e innovazione in un secolo che, dal punto di vista artistico in generale, non aveva conosciuto a Venezia personalità di spicco.
Sala Capitolare, scuola Grande di San Rocco, visita guidata
Come possiamo leggere le sue opere? Ce lo indica lui stesso. Dopo aver salito la scalinata che porta alla Sala Capitolare, a destra, troviamo la statua di
Mercurio, rappresentato con in mano un
rotolo di pergamena:
il Pianta vi ha scritto i nomi e le descrizioni di tutte le sculture, iniziando dalla prima, la
Melanconia, per poi procedere in senso orario.

Mercurio
Non possiamo, nei limiti di questo post, descriverle una ad una, ma desideriamo comunque presentarvene alcune, con la consapevolezza che
tutte sono degne di essere menzionate e spiegate… ma per questo vi aspettiamo alle nostre visite!
Le sculture allegoriche
La prima scultura di cui vogliamo parlare è la
Libreria,
capolavoro assoluto, in cui sono scolpiti ben
64 volumi, collocati in 5 scaffali. Su ogni libro sono stati incisi il titolo ed il nome dell’autore. L’insieme scultoreo all’epoca colpì tutti per il suo
realismo, come del resto colpisce tutt’ora: sembra quasi impossibile resistere alla tentazione di scegliere un libro, tirarlo fuori dalla biblioteca e leggerlo.
La Libreria
Al centro si trova il raffinato tabernacolo con il monogramma di questa Scuola Grande,
SR; al suo interno si notano una penna con calamaio ed altri volumi di più piccole dimensioni. E che dire degli
occhiali posati, alla fine di una lunga giornata di lettura, su uno dei libri?
Il tabernacolo
A cornice della Libreria troviamo due notevoli opere.
A sinistra è raffigurato il
Furore, con gli occhi bendati, mentre
digrigna i denti: si percepisce la
violenza, la sua ira; il furore deve essere trattenuto con catene affinché non si liberi seminando distruzione. Poggia su una serie
di armi differenti, pericolosi attributi a disposizione di questo incontrollabile sentimento. Anche i
riccioli della capigliatura contribuiscono ad accrescere il forte stato emotivo che questa scultura ci vuole trasmettere.

Il furore
A destra, invece, troviamo la bellissima rappresentazione della
Spia o Curiosità, completamente avvolta in un
mantello, con il viso coperto ed il cappello che lascia intravedere solo gli occhi, ben aperti ed attenti ad osservare, o meglio, a spiare…Curioso notare come
la scarpa scolpita alla base presenti una piccola ala sul tallone…chissà perché?
La Spia o Curiosità
L’ultima opera su questa parete è il
ritratto di Tintoretto, raffigurato in modo forse anche un po’ caricaturale, con lo sguardo burbero e con la barba, mentre tiene in mano gli strumenti del suo mestiere.
Jacopo Robusti detto il Tintoretto
Vizi e virtù,
correlazioni tra differenti sculture,
simbolismo,
originalità, vivacità delle figure,
perfezione nella resa scultorea: questo e tanto altro da scoprire ed indagare immergendoci nei capolavori di Francesco Pianta.
Vi
aspettiamo quindi a Venezia per una visita guidata della Scuola Grande di San Rocco… Come la figura della Spia, anche noi andremo
con una lanterna in mano ad esaminare tutte le opere di questo straordinario artista della seconda metà del 1600 veneziano.
Ciao e a presto!
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