Rossana Molinatti con Cinzia e Monica
Nonostante la sua età, il suo animo sprizza energia in continuazione. Non sta mai ferma. Oltre alla sua passione per l’Arte, Rossana si dedica a una miriade di altre attività: insegna yoga a Venezia e a Mestre, si dedica alla fotografia e alla realizzazione di cortometraggi, addirittura insegna cinema (tecniche di ripresa e di montaggio) all’Università della Terza Età.
Rossana si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, interrompendo però la sua vita dedicata all’arte per andare a lavorare alla SIP, dopo la morte del papà, avvenuta quando lei era ancora giovanissima. I 36 anni passati alla compagnia telefonica non hanno però sopito il suo amore per il bello, la sua curiosità, lasua sete di arte, a cui ha pertanto continuato a dedicarsi costantemente.
Il Leone di San Marco col libro (1983)
Il Libro
E da dove partire se non dal simbolo stesso di Venezia? Una delle sue prime creazioni, in collaborazione con un’amica, è appunto stata la riproduzione del famoso Leone marciano, con tanto di libro. “Io ero dentro il libro”, ci fa notare Rossana con una risata. E ci dice anche come le persone non riuscissero a capire il senso delle scritte sul libro, leggendo le parole in latino da sinistra verso destra, senza collegarle fra loro!
Il Bacio, 1987 (da Gustav Klimt)
Una delle sue opere più riuscite è stata “Il Bacio” di Gustav Klimt, per l’edizione del 1987, opera per la quale ha ricevuto il Leone d’Oro. Immaginate il celebre dipinto passeggiare maestosamente accanto a voi, attraversare Piazza San Marco, indugiare presso la riva… Ma Rossana dov’era? Stava dentro l’opera stessa, ed incedeva guardando davanti a sé grazie ad una piccola apertura praticata sul quadrato nero centrale! Davvero uno spettacolo.
La Vestizione della Sposa, 1988
Un altro costume eccezionale è stato “La Vestizione della Sposa”, del 1988, ispirato all’omonimo dipinto di Max Ernst esposto alla Guggenheim di Venezia. È come se d’improvviso il quadro surrealista si fosse materializzato in tutta la sua enigmatica voluttà. Vi lasciamo immaginare i commenti di veneziani e foresti al passaggio di Rossana bardata dentro a questo costume tanto tangibile quanto assurdo.
Alla sua, e nostra, città Rossana ha dedicato, tra le altre, anche due maschere ispirate alle opere di grandi maestri dell’arte veneziana dei secoli passati:Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese.
Cleopatra, 1996 (da Giambattista Tiepolo)
In occasione del trecentesimo anniversario della nascita del grande Giambattista Tiepolo, nel 1996, la città ha dedicato mostre ed eventi a questo pittore dalla cui fervida immaginazione e dalla cui maestria sono scaturiti gli affreschi più belli del Settecento Veneziano. E Rossana non poteva non celebrare a modo suo tale ricorrenza. Per il suo costume si è ispirata alla Cleopatra dipinta in modo sublime dal Tiepolo a Palazzo Labia, una Cleopatra rappresentata come una nobildonna veneziana dell’epoca.
Il Ratto d’Europa, 2012 (da Paolo Veronese)
In omaggio a Paolo Veronese nel 2012 Rossana ha creato un costume basandosi sul celebre dipinto conservato in Palazzo Ducale Il Ratto d’Europa. Europa, quasi una sposa veneziana cinquecentesca, in tutta la sua eleganza ed in tutto il suo giovanile splendore, si fa ammaliare da Giove, presentatosi sotto le sembianze di un bellissimo toro bianco. Stoffe, colori, dettagli: tutto sembra uscito direttamente dal quadro.
I materiali usati per la creazione di questi costumi sono spesso di recupero, ma le stoffe ed alcuni elementi decorativi sono scelti ed acquistati da Rossana con grande attenzione, per una resa spettacolare.
Ettore e Andromaca, 1994 (da Giorgio De Chirico)
La maggior parte di questi costumi è stata ceduta ancora anni fa da Rossana stessa al Comune di Venezia, a fronte di un rimborso spese, per l’allestimento di un museo o di una mostra. Sono effettivamente state organizzate due mostre in questi anni, una ad Acireale (Catania) ed una a Martellago (Venezia), in terraferma, ma attualmente i costumi si trovano imballati in un deposito di Marcon (Venezia). Nonostante l’interessamento di Rossana, non è dato sapere per ora quale sarà il loro destino… E se finalmente Venezia si dotasse di un museo d’eccezione, interamente dedicato al Carnevale?
Dandovi appuntamento al nostro prossimo post, vi salutiamo con il costume del Carnevale del 2010, la Vergine di Klimt.
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