Viaggiando con Marco Polo in Cina...
Con questo post, dimentichiamoci, solo per pochi minuti, di Venezia, della sua laguna, dei suoi angoli nascosti, della visite guidate, della sua
cultura in generale per tuffarci in una avventura insieme a Marco Polo, rappresentante eccelso della Venezia mercantile del 13° secolo.
Rappresentazione di Venezia:
Piazza San Marco, le due Colonne, Palazzo Ducale, la Basilica¹
(MS. Bodl. 264, pt. III, fol. 218r)
L’articolo ha come argomento principale alcune città visitate dal mercante veneziano in Cina e riportate nel Il Milione.
Tutti hanno sentito parlare di lui, tutti sanno che dopo un lungo viaggio raggiunse la Cina e leggendo il suo famoso libro capiamo che non fu un mero mercante, ma anche un esploratore, attento e curioso di apprendere gli usi e costumi delle tante popolazioni incontrate lungo il suo cammino. Un moderno reporter che ci informa in modo minuzioso ed approfondito sui tipi di religione, le classi sociali delle differenti genti, i regnanti da lui conosciuti, l’economia e l’agricoltura, il commercio e le merci tipiche di ogni paese in cui lui soggiornò per brevi o lunghi periodi.
Marco Polo
Durante il mio ultimo viaggio in Cina (per ora: agosto 2016), ho visitato alcune città descritte da Marco nel Milione; procedo quindi con un parallelismo tra i luoghi da lui visitati nel 13° secolo e quello che oggi sono tali città, inserendo alcune foto che ho fatto. Mi piace anche utilizzare la mia fantasia immaginando che alcuni luoghi siano stati visti dal famoso mercante di Venezia anche se non ne parla nel suo libro.
Tutti pronti? Iniziamo allora questo viaggio tra realtà e immaginazione, tra passato e presente.
Marco ci dice che dopo aver cavalcato 30 giorni nel deserto, all’uscita dello stesso, arriva nella città di Sachion (Sha-chou) che si trova nella provincia del Tangut, il Gansu (甘肃省) odierno: oggi è la città di Dunhuang (敦煌). Apparteneva al Gran Cane, era parte, quindi, dell’impero della dinastia mongola degli Yuan, Kubilai Khan era l’imperatore di quel periodo che conobbe Marco Polo ed a cui si affezionò.
Poche le oasi nella zona desertica e Dunhuang costituiva una sosta per i tanti mercanti provenienti da Occidente che vi si fermavano per cambiare semplicemente i cammelli e per approvvigionamenti. L’ultima oasi, per chi era diretto in Oriente e la prima per chi partiva per l’Occidente, era quella del Lago della Luna Crescente (月牙泉).
Dopo le numerose dune, Marco Polo potrebbe essersi fermato qua, per bere acqua dolce, per godere di un po' di refrigerio, e per far riposare gli animali della carovana.
In questa città Marco incontra cristiani, nestoriani e saraceni. Gli abitanti non erano mercatanti, ma vivevano dei frutti della terra. Quindi a quel tempo l’agricoltura era l’attività principale di questa città. Gli abitanti erano idolatri e agli idoli sacrificavano in cerimonie solenni i montoni (ancora oggi il piatto tipico culinario di questa parte della Cina è il montone, buonissimo nella zuppa con gli ‘spaghetti cinesi’, ve lo consiglio!).
La città era ricca di badìe e monasteri tutti pieni di idoli aventi forme e dimensioni differenti. Che Marco nel suo racconto si riferisse proprio alle oggi famose Grotte buddhiste di Mogao (莫高窟)?.
Mi piace pensare così, e perché no, sono stupefacenti nella loro grandezza e varietà, statue innumerevoli di Buddha scavate nelle rocce e affreschi che non possono non aver colpito il nostro compagno di viaggio veneziano. Costruite a partire dal 366 d.C. sono oggigiorno l’attrazione principale dei dintorni di Dunhuang.
Proseguendo verso sud, mi sono fermata nella città di Zhangye (张掖): (Campicion, Kan-chou nel Il Milione).
Città di Campicion, odierna Zhangye²
(MS. Bodl. 264, pt. III, fol. 230r)
Marco, che vi soggiornò per quasi un anno, la definisce una città nobile e grande, vi sono cristiani e quelli che adorano Maometto. Città con monasteri e gli abitanti adorano idoli. Le statue delle divinità sono in differenti materiali: legno, terra e pietra; ci sono statue lunghe ben 10 passi, e sono tutte ricoperte di oro. I monaci che adorano gli idoli vivono più onestamente degli altri. Si tengono lontano dalla lussuria, ma se anche la praticassero non sarebbe considerato peccato, in base a delle regole che Marco ci spiega molto minuziosamente (vi rimando alla lettura del suo racconto per i dettagli).
Gli onori riservati agli idoli da parte degli abitanti³
(MS. Bodl. 264, pt. III, fol. 235r)
E’ stata in passato una città di intensi scambi commerciali.
Sicuramente quando Marco parla dei tanti monasteri si riferisce al grande complesso di Mati Si (马蹄寺, Tempio dello Zoccolo di Cavallo) che lui visitò. Piccoli tempi buddhisti sospesi sulle pareti di roccia collegati da corridoi, passaggi esterni e cunicoli interni alle montagne stesse.
Sono certa che, anche se Marco non ce ne parla, deve aver ammirato quello che oggi è il Parco geologico nazionale del Danxia, vicino Zhangye, meglio conosciuto come Colline Arcobaleno (张掖丹霞国家地质公园).
Create milioni di anni fa, queste colline si estendono per 300 chilometri quadrati circa, e sono il risultano del movimento delle placche tettoniche nei secoli e dei depositi di minerali aventi una pigmentazione differente. Sono lisce, taglienti, scoscese, tonde, e soprattutto di colori differenti, tanto che alcuni le definiscono la tavolozza di Dio.
Godetevi un po’ di foto.
Procedendo verso sud, si attraversa il Fiume Giallo (黃河), definito da Marco ‘gran fiume di Caramera’. Lo definisce molto grande e che sfocia nell’oceano; lungo esso, continua, si trovano molte città piene di mercatanti e la moneta usata per gli scambi è chiamata da lui “vaspre” che corrispondeva al grosso d’argento veneziano.
Ho attraversato il Fiume Giallo visitando la città di Lanzhou (兰州).
L’intenso traffico mercantile lungo il Fiume Giallo⁴
(MS. Bodl. 264, pt. III, fol. 245v)
Alla fine, dopo aver cavalcato per otto giorni, arriva nella città di Quengianfu, l’odierna Xi’An (西安), da lui definita nobile e piena di grande mercatanzia, dove si lavorano drappi d’oro e di seta, vi si trovano tutte le cose di cui un uomo ha bisogno per vivere ed un grande e ricco mercato. D’altra parte Xi’An era l’ultima città verso Oriente sulla Via della Seta, il luogo ultimo di questa importantissima rotta commerciale che collegava l’Occidente con l’Estremo Oriente. Ma anche il punto di partenza per coloro che percorrevano la via della seta da Oriente verso Occidente, uno snodo commerciale vitale, ove vi si incontravano mercanti di differenti culture, religioni, abitudini, un po’, possiamo dire, come Venezia.
Qui sotto riportate sono alcune foto con statue e cammelli che rappresentano una carovana, che si trova nel punto esatto in cui terminava ed iniziava la via della seta. Un balzo nel passato e subito stiamo viaggiando insieme a Marco Polo, sopra un cammello con borracce, merci, ma soprattutto con la curiosità di venire a contatto con culture e popoli diversi.
Sicuramente a Xi’an Marco vide la Grande Pagoda dell’Oca Selvatica (大雁塔), di epoca Tang del 650 d.C. circa.
Non avrebbe mai immaginato che tanti secoli dopo la sua visita, nel 1974 il famoso Esercito di Terracotta (兵马俑) sarebbe stato scoperto, trasformando questa città commerciale, in una delle mete obbligatorie per chi decide di intraprendere un viaggio in Cina.
Dopo Xi’An Marco continuò a visitare altre città, tra cui Pechino; aveva ottenuto il lasciapassare dall’imperatore cinese di muoversi in piena libertà nei territori del grandissimo impero.
Questo articolo finisce qua al termine della via della seta e mentre Marco fece ritorno a Venezia via mare, io ho preso un Boeing 777 per ritornare nella mia città, arricchita e soddisfatta per i luoghi visitati insieme al mio compagno d’avventura del 13° secolo.
Vi saluto con questa foto da Mati Si, dintorni città di Zhangye, luogo, come scritto sopra, di cui Marco ci parla nel suo affascinante libro.
Ciao e a presto! 再见。
Cinzia.
Note: ¹˙ ²˙ ³˙ ⁴ Le miniature dei codici Bodleian sono presso Bodleian Libraries, University of Oxford, Bodleian Treasures, Marco Polo’s Travels.
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