L’arrivo di Brenner a Venezia
Brenner arrivò a Venezia in una giornata davvero terribile: la pioggia scendeva a secchiate, il vento gli sferzava il viso e le mani, il freddo penetrava fin nelle ossa. Appena capì di star sorvolando Piazza San Marco diede ordine ad Invisible di scendere per permettergli di balzare a terra. Con un salto Brenner atterrò… e a momenti annegò pure! Non si era accorto che la piazza era completamente invasa dall’acqua! Ma che diavoleria era mai quella? Invisible era ormai volata via. Con non poca difficoltà l’elfo riuscì a raggiungere un posticino riparato, proprio vicino al Caffè Florian, sotto l’edificio chiamato Procuratie Nuove. Che tempo da lupi!
A caccia di informazioni
Bisognava studiare un piano per riuscire a raccogliere informazioni. Ma come fare? Con quel tempaccio non c’era quasi nessuno in giro.
Brenner non si perse d’animo. Aspettò che piovesse un po’ meno e che la marea si abbassasse, e poi si avventurò per le calli di Venezia. Non gli fu facile trovare le scuole elementari della città. Mica si capiva dall’esterno che erano scuole! Sembravano edifici come tutti gli altri, e fu solo grazie al suo udito potenziato che Brenner udì voci di bambini provenire dall’interno di alcuni palazzi. Entrò in una scuola, poi in un’altra ed in una terza: ovunque gli scolari erano pochi. Che fossero tutti ammalati? In effetti in condizioni climatiche di quel genere era facile prendersi un bel raffreddore.
Cercò allora di sbirciare, per quanto possibile, dentro le case, attraverso le finestre, ma vide quasi esclusivamente persone adulte, accompagnate a volte da qualche fanciullo, che armeggiavano con i bagagli. Avevano tutta l’aria di essere dei visitatori, dei turisti. Eppure quelli non erano alberghi, erano case… Mah…
Brenner dopo un po’ si rese conto di non aver visto negozi di indumenti per bambini o di giocattoli. Riprese a girovagare per le calli ed i campi di Venezia prestando maggiore attenzione ai negozi: in effetti ce n’era qualcuno per l’infanzia, ma la maggior parte proponeva merci di lusso destinate agli adulti o, ancor più spesso, souvenir e ricordini a prezzi bassissimi, di dubbio gusto e tutti rigorosamente uguali, ripetitivi, che nessun bambino mai avrebbe davvero desiderato, tantomeno se a Venezia già ci abitava. Il mistero si faceva più fitto.
Un giro in gondola
Aveva ormai smesso di piovere, ma l’elfo infreddolito, giunto nei pressi del ponte di Rialto, decise di rannicchiarsi per bene dentro una gondola, coprendosi col mantello invisibile, e sfinito si addormentò. Al suo risveglio vide che la gondola non era più ormeggiata in riva: il gondoliere stava elegantemente remando e contemporaneamente intratteneva con i suoi racconti la giovane coppia di innamorati stranieri che si stava godendo il tranquillo giretto. “Che bello andare in gondola,” pensò Brenner lasciandosi dolcemente cullare dalle onde. D’improvviso, però, gli tornò in mente la sua missione e alla fine del giro balzò svelto fuori dalla gondola, sempre protetto dal suo mantello invisibile.
Brenner in gondola (di Rossana Magoga)
I bambini, finalmente!
Ripartito alla ricerca dei bambini, l’elfo giunse in un luogo chiamato Campo Santa Maria Formosa… ed eccoli finalmente! Bambini di tutte le età stavano giocando: qualcuno tirava calci ad un pallone bagnato, altri correvano con le biciclettine cercando di entrare in più pozzanghere possibile, altri ancora avevano portato i gessetti per disegnare il pantofolo sulla pavimentazione del Campo, ma era bagnato dovunque e non si riusciva disegnare un bel niente.
Una bimba se ne stava però in disparte. Fingendosi di nuovo un bambino, Brenner la avvicinò: - Ciao! Io sono Brenner. Come ti chiami?- le chiese. -Ciao! Mi chiamo Margherita.
Brenner incontra Margherita (di Rossana Magoga)
Missione impossibile: salvare Venezia!
Richiamata Invisible con un fischietto dorato, l’elfo ripartì per North Pole, in Alaska, per fare immediatamente rapporto a Babbo Natale. Il buon vecchio, che tutti peraltro conoscevano a Venezia anche come San Nicola, ascoltò il racconto in silenzio, visibilmente preoccupato.
Brenner: Missione compiuta! (di Alessio Gambarotto)
Nota dell’autore: quanto scritto in questo racconto è tutto vero. Ne ho le testimonianze. La mia amica Cinzia, sempre in viaggio alla scoperta di nuovi mondi, è riuscita a fotografare nientemeno che Invisible, la renna dell’invisibilità, durante un viaggio in Lapponia…
La renna Invisible
Contatti: info@guidedtoursinvenice.com
© Racconto di Monica Gambarotto
Illustrazioni di Rossana Magoga e Alessio Gambarotto
Bambini, divertitevi a scaricare i disegni e a colorali! Aspettiamo le foto dei vostri capolavori per pubblicarle su Facebook!
Monica Gambarotto la trovate nel Chi siamo di questo sito.
Rossana Magoga è una disegnatrice diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente insegna discipline pittoriche al Liceo Artistico di Treviso. È nel direttivo del Treviso Comic Book Festival e fa parte dei due collettivi di fumetto Sbucciaginocchi e Super Squalo Terrore. Per conoscerla meglio visitate la sua pagina Facebook “Rossana Ronja’s art” ed il suo blog https://www.premioceleste.it/artista-ita/idu:63685/.
Alessio Gambarotto (che a dispetto del cognome non è parente di Monica, o forse la parentela si perde nella notte dei tempi) ha 15 anni e frequenta il Liceo Artistico a Treviso. Rossana non è la sua insegnate, anzi, nemmeno si conoscono!