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Venezia, Marco Polo a Palazzo Ducale: una visita guidata che non ti aspetti

Un viaggio nel tempo in luoghi lontani... Ha aperto in aprile, e ci terrà compagnia fino a settembre, la mostra dedicata a Marco Polo e ai luoghi da lui visitati… cosa potrebbe aver visto nella seconda metà del Duecento lungo il percorso verso la Cina e l’India?

In viaggio: mondi di Marco Polo

Non è una mostra facile ed è proprio per questo che ci piace molto.
Procedendo di sala in sala qualcuno si può chiedere: “ma dove sono capitato? In un bazar, in un souk del Medio o Estremo Oriente, nel mercato della seta di Pechino…?
No, ci troviamo nei differenti mondi di Marco Polo, da lui descritti nel suo famoso capolavoro: ‘Il Milione’.
Suppellettili di ogni genere, tessuti preziosi, monete, ceramiche e porcellane, dipinti, giade, vasellame, lacche, sculture indiane, oltre a mappe e versioni in lingue differenti del suo ‘Devisement dou Monde’, questo l’originario titolo del racconto di viaggio del mercante veneziano. 


Una sala della mostra (foto dal web)  

Un fil-rouge: incontri…

Tutte le opere sono esposte con grande cura seguendo un filo conduttore che va al di là delle singole stanze: l’incontro di Marco con popolazioni differenti, con le merci tipiche di ogni luogo, con le religioni, e le arti, il tutto descritto con dovizia di particolari.
Dobbiamo sempre tener presente che prima di essere un viaggiatore, Marco era un mercante e che durante i 24 anni del suo viaggio dal 1271 al 1295 fu anche un curioso esploratore, rispettoso del ‘diverso da lui’, impressionato ed entusiasmato da posti, oggetti e genti che non aveva mai visto. 
Interessante, per esempio, è la sua descrizione del petrolio: “Di verso tramontana confina con Giorges; e in questo confine è una fontana, ove surge tanto olio in tanta abbondanza, che cento navi se ne caricherebbero alla volta; ma egli non è buono da mangiare, ma sì da ardere; è buono da rogna e ad altre cose; e vengono gli uomini molto dalla lunga per questo olio, e per tutta quella contrada non s'arde altro olio.
E ancora: “Egli è vero che per tutta la provincia del Catai hae una maniera di pietre nere, che si cavano de le montagne come vena, che ardono come bucce, e tegnono piú lo fuoco che no fanno le legna. E mettendole la sera nel fuoco, se elle s’aprendono bene, tutta notte mantengono lo fuoco; e per tutta la contrada del Catai non ardono altro. Bene hanno legne, ma queste pietre costan meno, e sono gran risparmio di legno.” Così Marco parla del carbone usato nel Catai per riscaldarsi e far luce tutta la notte.  


Paesi, popoli, mercanzie…

Il visitatore si trova immerso in mondi differenti. Si parte dalle due Armenie (Piccola e Grande), presentate in mostra con raffinati oggetti di vasellame dell’epoca di Marco e manoscritti che testimoniano la ricca produzione culturale del tredicesimo secolo in quei luoghi. 
Si trova circondato da tessuti preziosissimi, sete e broccati delicatissimi in quella parte dell’Asia che era la Persia, stoffe che evidenziano gli influssi cinesi sui prodotti tessili dell’Islam. 


Preziosa stoffa con influenze cinesi (foto dal web) 

La Pax Mongolica garantì gli scambi commerciali in tutti i territori del grande impero dei mongoli, grazie alla quale le vie dei mercanti divennero sicure e le diverse religioni tollerate: tutto questo portò ad una contaminazione artistica e letteraria, un periodo florido per tutte le arti. 
Interessanti e varie le opere del XIII secolo esposte nelle sale dedicate alla Cina (Catai e Mangi): sigilli, una veste con motivi a goccia e animali ed un copricapo femminile risalenti alla dinastia Yuan in prestito dal Shanghai Museum; e poi ancora le ben conosciute monete cinesi tonde con il foro quadrato al centro, e una piastra in bronzo per stampare la carta moneta, che impressionò non poco il nostro Marco: “Or sappiate ch’egli fa fare una cotale moneta, com’io vi dirò. E’ fa prendere iscorza d’uno albore ch’ha nome ‘gelso’; ed è l’albore le cui foglie mangiano gli vermini che fanno la seta. E colgono la buccia sottile, ch’è tra la buccia grossa e l’albore, o vogli tu legno dentro, e di quella buccia fa fare carte…E quando queste carte son fatte, egli ne fa fare tutti gli pagamenti, e fagli ispendere pe tutte le province e regni e terre dov’egli hae signoria; e nessuno gli osa rifiutare, a pena della vita.” 
Preziose giade, lacche, poggia testa e poggia polsi sempre del periodo Yuan, oggetti che rivelano contaminazioni di stampo religioso con il Taoismo e Buddhismo, fino ad arrivare alle meravigliose porcellane. 


Lacche e porcellane (foto dal web)  

Il ritorno e la nascita de “Il Milione”

Marco Polo tornò via mare e raggiunse Venezia nel 1295, ma qualche anno dopo fu fatto prigioniero dai genovesi; in prigione incontrò Rustichello da Pisa che mise per iscritto ciò che il veneziano gli raccontò. Il testo che ne scaturì divenne così importante da costituire un riferimento fondamentale per successivi esploratori, cartografi, naviganti e mercanti, per poi giungere fino a noi con tutto il suo fascino intatto. 
Vi aspettiamo a Venezia per immergerci insieme a voi in tutti questi mondi, per viaggiare nel tempo con il nostro compagno di avventura del tredicesimo secolo, ciao! 
Contatti: info@guidedtoursinvenice.com

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Differenti versioni de Il Milione (foto dal web)