Blog

Venezia, visita alla Biennale: Louis Fratino

Uno dei temi più rappresentati e interessanti alla 60. Biennale di quest’anno è l’arte degli outsider, degli artisti queer, delle minoranze del sud globale del mondo.
Adriano Pedrosa, curatore brasiliano e dichiaratamente queer, nella sua mostra Stranieri Ovunque dà una spinta non indifferente a tematiche che sono spesso rimaste ai margini della storia dell’arte. Una delle critiche mosse al curatore è stata quella di aver scelto per la sua mostra artisti per lo  più appartenenti al secolo scorso e oltre, molti non più in vita e spesso dimenticati.
Ecco allora che è molto curioso trovare all’interno della mostra una sorpresa dirompente, una ventata di colore e vita.
Una delle sale più riuscite del Padiglione Centrale ai Giardini è quella dedicata a Filippo de Pisis e a Louis Fratino, tra i più giovani invitati a Venezia e nella lista della top ten degli artisti contemporanei più promettenti al mondo.
Fratino, nato nel 1993 nel Maryland, inizia a dipingere fin da bambino, finendo risme di carta comprate dai genitori, ritaglia, colora, sperimenta. Si iscrive alla College of Art di Baltimora, studia design tessile e illustrazioni di libri per bambini, vince una borsa di studio che lo porta a Berlino per un anno, un periodo significativo per la sua formazione. Torna a New York, dove tuttora abita e lavora, inizia a pubblicare le sue opere su Instagram e viene notato da un gallerista che lo invita a esporre nel Lower East Side ed è subito fama.
Un colpo di fortuna, certo, ma il suo modo unico di dipingere non è certo solo frutto della fortuna.


Alessandro in a seersucker shirt, 2023, Fratino 

Sono molte le sue fonti di ispirazione, dal Picasso monumentale e statuario alle stilizzazioni di Matisse, dalla scelta dei vivacissimi colori quasi fauve alla sfrontatezza delle immagini gay grandi, esplicite, che riempiono tutta la tela con corpi nudi intrecciati nel momento gioioso del sesso.
All’inizio realizza opere piccole, tutte riempite dalle figure e da uno sfondo riconoscibile e delicato. In questo caso piccolo non vuol dire marginale o di poco valore, ma il piccolo formato è molto più intimo e privato ed invita ad avvicinarsi per osservare da vicino la scena.
Fratino non dipinge dal vivo, ma attraverso foto, ricordi, altre mediazioni come i suoi taccuini su cui disegna incessantemente. Partendo dai suoi disegni, dalle foto prese col cellulare, dalle riviste, tutto quello che dipinge ha un sapore di immediatezza, di vitalità, di intimità.
Dice di amare Picasso, e si vede, dice che gli piace la Scuola Romana, la tragicità di Lucian Freud e la potenza di Nicole Eisenman. Bisnonno molisano e fidanzato milanese, Fratino adora l’Italia, il modo di vivere italiano, suoi motivi di grande ispirazione.  Ama il sesso, che rappresenta con naturalezza e afferma che si pensa al sesso più spesso di quanto si dica e che gli risulta facile rappresentarlo nei suoi lavori, poiché dà un gran piacere in entrambi i casi!
Vedere esposte le piccole tele di De Pisis accanto a quelle di Fratino ha un effetto dirompente. De Pisis è dovuto andare a Parigi per trovare il coraggio di esprimere la sua omosessualità e la libertà di dipingere i giovani modelli nudi, con vicissitudini spesso drammatiche. In Fratino prevale una estrema libertà e la sua esplicita voglia di vivere è esplosiva!