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Visitando la Venezia nascosta ed i suoi tesori: la pala di Antonio da Negroponte

Alla scoperta di un capolavoro non molto conosciuto Ci allontaniamo dai luoghi più famosi e affollati della città per scoprire un gioiello della Venezia insolita, quella nascosta, che con una visita guidata si può apprezzare ancora di più.
Entriamo nella chiesa di San Francesco della Vigna, nel Sestiere di Castello.


Chiesa di San Francesco della Vigna

Antonio da Negroponte
Ci soffermiamo di fronte ad un’opera di una eccezionale squisitezza artistica: la “Madonna in trono col Bambino” di Antonio da Negroponte.


 “Madonna in trono col Bambino”, Antonio da Negroponte

Poco o nulla sappiamo dell’autore che firmò la pala come ‘Frater Antonius de Negropon. Pinxit’. Era, come possiamo capire, un frate che, proveniente dall’isola di Negroponte, soggiornò a Venezia lasciandoci questo suo unico capolavoro.
Tempera su tavola, con dimensioni di 3 metri in altezza e 2 metri e 35 in larghezza, il dipinto è databile intorno al 1450/60.
Un cenno storico: in quegli anni Negroponte apparteneva ancora alla Repubblica di Venezia, ma nel 1470 l’isola fu conquistata dai Turchi e la Serenissima perse questa importante base commerciale per sempre.

L’opera
Colpisce immediatamente il manto in damasco della Madonna con i risvolti verdi, in una ideale unione cromatica con il giardino e le piante che circondano il trono: è qui rappresentato l’hortus conclusus (giardino recintato), simbolo della verginità di Maria.
Il Bambino è in posizione orizzontale sulle ginocchia della Madre, il colore delle sue carni riprende quello delle mani e del viso di Maria, quasi a rappresentare la base di un triangolo su cui poggia il mondo.


Dettaglio con il Bambino e Maria

Lascia senza fiato la precisione, la minuziosità nel rendere le differenti piante, frutti, fiori e animali dietro il trono ed alla base dei due gradoni in marmo bianco: il creato è così tutto davanti ai nostri occhi.
Uccelli di vari tipi, una tartaruga, una rana sembrano creare movimento e provocare un dolce rumore, rompendo il sacro silenzio del momento.
Le foglie, i fili d’erba dipinti uno ad uno, i fiori ed i frutti danno un senso di palpabilità, come se si potessero toccare e sentirne il profumo.


Stupende le due edicolette gotiche dalla cui sommità parte un festone di fiori a forma di arco che sembra incorniciare la Madonna in adorazione del Bambino.


Dettaglio con edicolette

Dal punto di vista stilistico, quest’opera si inserisce nell’epoca tardo-gotica, quando lo stile gotico volgeva alla fine per accogliere il nuovo linguaggio rinascimentale.
I due enormi gradoni, infatti, sono rappresentati con la giusta profondità prospettica, ancorché circondati da elementi prettamente gotici, nella maniera tipica di questo periodo di transizione.


La perfetta armonia stilistica e cromatica viene interrotta dalla figura del Padre Eterno, che fu aggiunto in seguito da Benedetto Diana, artista del primo periodo del rinascimento veneziano.


Dettaglio con Padre Eterno

Queste poche parole, tuttavia, non possono descrivere la sensazione di ariosità, di profumo, di ampio respiro di questo capolavoro… per questo vi aspettiamo per una visita guidata assieme a noi, ciao!

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