Dal 6 aprile 2025 al 4 gennaio 2026
Palazzo Grassi apre le sue porte a
Tatiana Trouvé con la
prima grande mostra monografica italiana dedicata all’artista franco-italiana. Curata da Caroline Bourgeois e James Lingwood, ex curatore di Artangel, la mostra, che inaugurerà il 6 aprile, si inserisce nell’ambizioso programma
carte blanche, un
progetto espositivo che permette agli artisti contemporanei di reinterpretare in assoluta libertà gli spazi del maestoso edificio settecentesco affacciato sul Canal Grande.
Il titolo dell’esposizione,
La strana vita delle cose, è già una chiave di lettura dell’universo artistico di Tatiana Trouvé, in cui la
materia sembra vibrare di un’esistenza propria, sospesa tra memoria, sogno e realtà.
Le sculture, i disegni monumentali e le installazioni immersive, molte create espressamente per la mostra, creano una dimensione evocativa in cui gli oggetti si caricano di significati inaspettati,
sfidando le convenzioni percettive dello spettatore.
Al centro della ricerca di Trouvé vi è una profonda riflessione sulla
relazione tra spazio e tempo. L’artista lavora con una
varietà di materiali, dal marmo al bronzo, dal legno alla carta,
trasformando elementi quotidiani in presenze enigmatiche.
Nelle sue opere prevale
un senso di attesa.
La storia personale, i sogni e le aspettative fanno parte del suo fare artistico, che lei riesce ad esprimere utilizzando tecniche e materiali che
confondono lo spettatore, lasciandolo stupito e incredulo davanti a cuscini di marmo, tronchi d’albero fusi in bronzo, frammenti architettonici fluttuanti che si mescolano a oggetti reali, dando vita a scenari in cui
il confine tra naturale e artificiale si fa labile.

Nata a Cosenza nel 1968, Tatiana Trouvé ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza in Senegal prima di stabilirsi in Francia. La sua opera è attraversata da una
costante tensione tra dimensione intima e riflessione collettiva, tra vissuto personale e immaginario condiviso. Le sue installazioni evocano luoghi della memoria, spazi ibridi in cui il tempo sembra dilatarsi, creando atmosfere al limite dell’onirico.
Questa monografica a Palazzo Grassi rappresenta una rara occasione per immergersi nell’
estetica raffinata e stratificata di un’artista che ha saputo ridefinire il linguaggio della scultura e dell’installazione contemporanea.
Il visitatore è chiamato a perdersi in un labirinto di forme e materiali, dove ogni oggetto è carico di una storia invisibile, rivelando la “
strana vita” che le cose possono assumere quando vengono trasfigurate dall’arte.
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