L’opera d’arte e la sua copia…
Come possiamo definire il valore di un’opera d’arte? E la copia o rielaborazione può essere considerata essa stessa opera d’arte? La domanda si pone sin dalla prima definizione di opera d’arte o di copia, se già
Platone parlava di riflesso e di ombre e di copie ingannevoli della realtà. A dar valore artistico alla copia e alla riproducibilità, rivoluzionando e cambiando per sempre il concetto stesso di opera d’arte, è uno degli artisti e delle menti più geniali della nostra contemporaneità. Marcel Duchamp è non solo
un artista geniale e radicale, è anche il “
padre” più influente di gran parte dell’arte contemporanea, che senza il suo pensiero e il suo modo di agire non avrebbe nessuna ragione di essere. Andando contro la famosa visione di Walter Benjamin sulla perdita di valore della copia, Duchamp afferma, e mette in pratica, che
tutto può essere copia e originale allo stesso tempo, se così l’artista lo vuole, e la sua firma su qualsiasi oggetto è quello che dà valore e trasforma l’oggetto, anche il più usuale e banale, in opera d’arte.
Duchamp al Museo Guggenheim di Venezia
Ora per la prima volta la Collezione Peggy Guggenheim gli dedica un’esposizione dal titolo
Marcel Duchamp e la seduzione della copia. Curata da Paul B. Franklin, tra i massimi esperti dell’artista, la mostra presenta
sessanta opere eseguite nel corso di tutta la sua carriera tra il 1911 e il 1968, con lavori famosi e iconici quali
Nu descendant un escalier,
Giovane triste in treno, nonché le celeberrime
Monna Lisa.
Giovane triste in treno, 1911
L’enverse de la peinture, 1955
Una gran parte delle opere esposte proviene dalla
collezione privata di Attilio Codognato, che ha iniziato ad acquistare le opere di Duchamp, tra cui stampe, collages, ready-made e fotografie, fin dagli anni ’70.
La copia, il doppio, l’altro da sé Duchamp lo crea e lo vive con l’invenzione straordinaria del suo
alter ego femminile Rose Sélavy, un travestimento che simboleggia lo specchio ambivalente di tutta la sua opera in cui l’artista diventa il ready-made di se stesso.
Peggy Guggenheim conosce Duchamp a Parigi nel 1923, lui diventa amico e la fondamentale figura di riferimento quando le consiglia i lavori contemporanei che la mecenate poi acquista. È lui che la forma,
la introduce all’arte contemporanea, la aiuta a scegliere le
opere migliori che poi diverranno importanti all’interno della sua collezione. Questo rapporto così stretto e intenso viene rappresentato in modo affascinante in mostra con la iconica de ou par Marcel Duchamp ou Rose Sélavy (
Boîte- en- valise).
Marcel Duchamp e Man Ray: Duchamp come Rose Sélavy
Boîte en valise, 1935
Si tratta di una
valigetta in pelle con serratura Louis Vuitton in cui Duchamp riunisce, come in un museo in miniatura portatile,
69 opere tra le sue più celebri, i lavori di una vita. La realizzazione è un lavoro certosino di ricerca presso i collezionisti, di
documenti, lettere, riproduzioni, insomma un viaggio affascinante a scala ridotta di copie, che si dipanano in un contenitore a scomparti e pannelli scorrevoli. Ne realizza 24 copie (
copie di copie, idea geniale!) e
Peggy acquista la prima edizione deluxe.
Solo l’assemblaggio di un esemplare richiede più di 10 giorni di lavoro meticoloso, oltre alla realizzazione delle miniature da disporre nella valigia. Ogni copia è caratterizzata da una creazione originale, posta nel coperchio della valigia, in quello per Peggy c’è il
coloriage, ovvero il prototipo per la riproduzione della collotopia (la tecnica usata per le riproduzioni miniate). Qui si raggiunge il massimo del
gioco ironico tra l’originale e la copia. Dopo aver ricevuto la sua boîte, Walter Arensberg scriverà a Duchamp in una lettera, “
Lei ha inventato un nuovo tipo di autobiografia…realizzata come uno spettacolo di marionette. Lei è diventato il burattinaio del suo passato.”
Probabilmente le boîtes sono davvero una nostalgica operazione artistica, ironica, intelligente, dirompente di conservare la lunga storia artistica di uno degli artisti più significativi e influenti della nostra epoca.
Venite alla Collezione Peggy Guggenheim a scoprire con noi l’originalità di questo grande maestro del ‘900: sarà una visita guidata indimenticabile!
Contatti:
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À propos de jeune soeur, 1911